lunedì 3 marzo 2014

Manie da lettore



Vi capita mai di pensare a voi stessi mentre leggete? Avete mai pensato cosa vede, ma soprattutto cosa pensa chi vi guarda nel momento in cui siete immersi nella lettura di un libro?
Io riconosco di avere tantissimi tic. Ho una serie di riti e manie che mi tengono costantemente compagnia quando ho in mano un qualsiasi libro, a maggior ragione se questo libro mi appassiona.

In sostanza ho un due momenti preferiti in cui mi concedo alla lettura senza alcun freno: la mattina dopo la colazione (naturalmente se e quando non ho impegni di sorta) e la sera prima di andare a dormire. Entrambi questi momenti sono accomunati dall'indossare il pigiama e da un senso di rilassatezza e comodità. 
Primo tic: il piacere della lettura per me è indossare un caldo pigiama meglio ancora se si sta sotto le coperte.


All’amore per le coperte specialmente se calde e avvolgenti, corrisponde l’odio per le sovracopertine, per questo motivo i miei libri (nel momento della lettura) sono assolutamente irriconoscibili, potrei leggere Dante oppure Fabio Volo e nessuno se ne accorgerebbe.
Secondo tic: editori, vi prego, risparmiate con le sovraccoperte e spendete più tempo alla ricerca di bei libri e bravi scrittori.

Le fascette. Se odio le sovracopertine, immaginate che fine faccio fare a quelle fastidiose strisce di carta che hanno il solo scopo di attirare il lettore, magnificando le virtù del libro, ma che alla fine risultano solo inutili specchietti per allodole.
Lavorando in libreria ho strappato senza pietà le fascette già mezze rotte che, tra l’altro, si incastravano negli scaffali, rubando prezioso spazio (sì, lo so, è un po’ sadico detto in questo modo).
Terzo tic: editori, mi rivolgo di nuovo a voi, vi prego evitate di scrivere per ogni libro che è “il più bel romanzo dell’ultimo secolo”. Ormai non vi credo più.

Quando leggo, di solito assumo una ben precisa posizione che mi concilia particolarmente bene la concentrazione. Se sono seduta una gamba è incrociata sotto l’altra, fino a quando non formicola e quindi cambio posizione.
 Quarto tic: una buona posizione è chiaro sintomo di un buon libro.

I miei libri trovano spazio ovunque in casa e lo fanno con un precisissimo ordine. Naturalmente potrebbe sembrare caos per chi non sa dove cercare, ma per me hanno un ordine perfetto. Ho stabilito diversi criteri: innanzitutto quello della precisione, per cui i libri sono ordinati in base all’altezza (se sono sullo stesso scaffale); secondariamente (e contemporaneamente) tengo più vicini i libri che mi sono piaciuti e che mi hanno appassionato e fatto piangere; mentre quelli che non ho apprezzato, finiscono con l’essere nascosti dietro altri oggetti che popolano la mia stanza.
Quinto tic: l’ordine prima di tutto, anche se per gli altri è il caos più assoluto.

Vogliamo parlare del prestito? Non sono così tanto egoista da non prestare i libri, alla fine credo che sia bello condividere le cose con gli altri. Il mio problema è che l’esperienza non mi insegna nulla; sono state più le volte nelle quali mi sono stati restituiti libri in pessime condizioni, piuttosto che quelle in cui sono tornati a casa sani e salvi.
Sesto tic: prestare con parsimonia (o non prestare affatto) è la regola base del buon lettore.

I miei libri sono assolutamente intonsi. Ovviamente si vede che sono stati maneggiati, ma le pagine non sono intaccate da matite, evidenziatori o orecchie.
Ci sono persone che amano sottolineare frasi significative. È una cosa che a me non piace fare ma che apprezzo molto negli altri. Il problema si è posto però l’ultima volta che ho acquistato un e-book. C’erano delle sottolineature precedenti (non sapevo esistessero le sottolineature sul kindle!) che mi hanno lasciato piuttosto contrariata. In questo modo mi viene da pensare, automaticamente, che quelle frasi abbiano un significato più profondo (e il più delle volte è vero) ma vorrei essere io ad attribuire importanza a una frase piuttosto che ad un’altra.
Settimo tic: matite, penne ed evidenziatori sono tra i miei principali nemici.

Ho una serie infinita di manie, l’ho detto, ma credo che le peggiori siano quelle che riguardano la lettura stessa.
Avete presente quei libri che vi piacciono talmente tanto, che quando vi mancano le ultime cento pagine, iniziate a disperarvi perché dovrete abbandonare i protagonisti e la storia?
In questi casi ho la tendenza (assurda, lo riconosco) a centellinare le pagine. Mi concedo di leggerne un determinato numero al giorno, in modo da rallentare la fine.
Ottavo tic: rallentare in prossimità della fine è sempre bene, ma non è l’unica soluzione.

Ricollegandomi a questo fatto, ho una confessione da fare. Ho avuto un momento di totale follia quando, per paura di finire Harry Potter e l’ordine della Fenice ho chiuso il libro a circa 50 pagine dalla fine e l’ho messo da parte. Mi cullavo nell’idea che non portando a termine la lettura, questa sarebbe durata finché avessi voluto io.
Ho la sola scusante dell’età, ero giovane e ingenua.
Nono tic (e qui tocco il fondo): crogiolarsi nell’idea che un libro non finisca mai è roba da pazzi.

Come la maggior parte dei lettori forti ho una lista infinita di libri che prendono polvere sugli scaffali o sul comodino. Nella mia mente scattano quindi dei meccanismi basati sulla preferenza. Stilo una lista mentale nella quale ordino i libri secondo il grado di piacere che mi aspetto da loro. Mi spiego meglio: tendo a conservare per momenti migliori (quali siano questi momenti migliori ancora devo scoprirlo) i libri che credo possano piacermi. 
Ho libri che aspettano di essere aperti da almeno quattro o cinque anni.
Decimo tic: attendere il buon libro è sempre un piacere, ma a volte ad aspettare si fa solo la muffa e spesso non ne vale la pena.

Queste sono le mie manie, spero sempre di guarire ma temo che non ci siano grandi speranze per me. Alla fine però devo dire che, escludendo una o due follie, i miei riti pre e post-lettura mi piacciono, senza di loro probabilmente non sarei la persona che sono.

Voi avete qualche mania che vi accompagna durante la lettura? Riprendendo la domanda dell’inizio, cosa pensa di voi chi vi osserva mentre state leggendo?

2 commenti:

  1. Concordo con moltissimi punti che hai messo per iscritto!
    Odio prestare i libri, non appunto, per egoismo, ma per il fatto che spesso i "lettori occasionali" non prestano attenzione al valore del bene prestato. Ho prestato dei libri che mi sono tornati pieni di pieghe e addirittura ingialliti e sporchi, oppure libri che ho prestato mesi e mesi fa ma ancora della restituzione..nemmeno l'ombra. Ora mi ritrovo a fidarmi solo di un buon lettore accanito come me, che sappia quanto possa valere il libro per me! Senza parlare delle sottolineature...perfino nei libri di scuola ero quasi restia a sottolineare ;)

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    Risposte
    1. È bello sapere che non sono completamente pazza ;-)
      Concordo con te per quanto riguarda il prestito. Pensa che una volta mi hanno restituito un libro con la copertina rigida piegata a metà per il lato lungo. Penso solo che ci voglia molto impegno per trattare così un libro e se magari quella persona avesse usato un briciolo di quell'impegno per rispettare un oggetto (molto più di un oggetto per me) allora sarebbe stato meglio per tutti!
      Complimenti per il tuo blog, ho fatto un giro proprio adesso e l'ho aggiunto tra i preferiti!
      Buone letture e a presto!

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