Avete presente quel
libro che desiderate ardentemente leggere e che occupa i vostri pensieri ogni
volta che mettete piede in libreria? Quello stesso libro che sembra perfetto,
inserito di faccia nello scaffale, con la sua bella copertina verde smeraldo e
quella golosa fetta di torta disegnata in copertina? E se poi, dopo la
trepidante attesa, quello che leggete non è quello che vi aspettavate?
A me è successo e alla
fine è stata una gran delusione.
Qualche anno fa, nella
mia città, fece notizia l’operazione pubblicitaria organizzata per L’inconfondibile
tristezza della torta al limone, di Aimee Bender, edito dalla minimum fax.
Patrizio
Zurru, uno dei più strani librai che io abbia mai conosciuto (strano in senso
positivo: geniale e creativo, perlopiù) ha fatto felice il direttore di questa
piccola casa editrice, facendo schizzare alle stelle le vendite del libro della
Bender. Alle stelle, sì, ma non come per i best-sellers della Mondadori, si
intende.
Il libraio in questione
ha deciso di voler stravolgere la concezione che tutti noi abbiamo della
presentazione di un romanzo in libreria. Come ha fatto? Elementare Watson!
(direbbe Sherlock Holmes). Ha servito golose fette di torta al limone sulle
pagine strappate dal libro stesso.
Ingegnoso, non trovate?
Ho assistito dal vivo a
incontri (postumi) durante i quali, i clienti della libreria, si guardavano
intorno additando alternativamente il libro della Bender e il libraio. Una volta
addirittura è stato mostrato il libro originario con le pagine strappate, quasi
fosse un cimelio prezioso.
Comunque ho pensato che
per meritarsi tutta questa attenzione, il libro dovesse veramente valere la
pena di essere letto. Così, con pazienza, ho atteso il momento giusto e l’ho
acquistato.
L’inconfondibile
tristezza della torta al limone, ha tutte le carte in regola per essere uno
splendido romanzo. Alla vigilia del suo nono compleanno, Rose, scopre di avere
un dono speciale: quello di poter provare gli stessi sentimenti delle persone
che hanno cucinato ciò che lei mangia. Così scopre che la torta al limone,
preparata da sua madre, ha il sapore del tradimento.
La sua particolarità la
costringe a confrontarsi con le sensazioni più disparate e profonde che gli
esseri umani riescano a provare. Si accorgerà che forse, nella sua famiglia non
è l’unica ad avere un segreto.
La prima parte del
romanzo è davvero promettente, ci si chiede cosa farà Rose con questo suo straordinario
potere. Ci si aspetta che accada qualcosa, si gira una pagina dopo l’altra con
trepidazione, attendendo finalmente un’azione, un semplice svolgimento della
storia.
Mi spiace deludervi, ma
non arriverà mai.
Rose odia il suo
talento e lo subisce, quasi passivamente, per tutta la seconda parte del
romanzo. La fine diventa quasi fantascienza e si fa fatica a seguire i pensieri
e le idee dell’autrice.
L’idea alla base del
romanzo era ciò che mi aveva attirato di più e allo stesso tempo, quella che
maggiormente mi ha deluso.
Alla fine, solo di una
cosa sono certa: ho provato a mie spese una di quelle sensazioni che la stessa
Rose avrà provato infinite volte nella sua vita. Mi ha lasciato con l’amaro in
bocca.
Sapete allora che ho
fatto? Per consolarmi, ho mangiato una bella fetta di torta al limone!
Avete mai provato
delusione per un libro che credevate essere fantastico? E di Aimee Bender, che
ne pensate?
A volte capita di restare delusi... Anche a me è capitato piu' volte ma credo che sia normale... Sarebbe un sogno avere in circolazione solo libri stupendi e, soprattutto, capaci di piacere a tutti allo stesso modo. Buone letture.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te. Ciò che a me non piace potrebbe essere perfetto per altri. Con questo libro in particolare, però, mi sono caricata di aspettative, mi ero fatta un'idea che alla fine, si è rivelato non essere quella esatta. La delusione rimane, ma in fin dei conti, sono contenta di aver letto questo libro.
EliminaBuone letture a te ;)