Lo so, di Jane Austen si parla in
abbondanza in ogni blog scritto da ragazze romantiche in età da marito. No,
scherzo sulla seconda parte della frase, perché il numero di ragazze e donne
che ne parlano è notevolmente superiore e non tutte sono romantiche nel senso
lato del termine.
Di Jane Austen si parla tanto, e
questo per me non può che essere un bene.
Quale amante dei classici inglesi
e di epoca vittoriana (o regency in questo caso), sguazzo felicemente negli
articoli e nei post che la riguardano.
Di Jane Austen, come citava un
post scritto poco tempo fa da La leggivendola, non ne avrò mai abbastanza e sono
totalmente d’accordo con questa affermazione.
Ho paura però che si stia
esagerando un po’ troppo, a dire il vero.
Ogni motivo è buono per tirare
fuori il nome di Jane Austen. E ora mi domando se tutto questo clamore
mediatico sarebbe davvero piaciuto a zia Jane, come molti di noi la chiamano
(io mi limito al confidenziale Jane, di quando in quando).
Non so perché, ma mi sono sempre
fatta l’idea di una donna senza dubbio forte e ironica, ma non così estroversa
ed emancipata come invece sembra dipingerla la società moderna.
Come al solito sto finendo fuori
argomento, non è un approfondimento su Jane Austen, questo.
Di libri scritti su di lei, dopo
di lei e per lei ce ne sono tantissimi e, dico la verità, non sono tutti
valevoli e degni di nota.
Come fan accanita non mi sono
fatta mancare mai nulla: Orgoglio e pregiudizio e zombie (per carità, Charlotte
zombie proprio non si può sentire); la serie di Stephanie Barron, in cui è la
stessa Jane Austen protagonista e detective della storia; Lost in Austen, libro
gioco (ho sempre amato le storie a bivio: cosa succede se sbagli la tua scelta?
La prima volta che ci ho provato sono stata sfregiata da una banda di zingari e
sono rimasta zitella a vita: in poche parole ho perso clamorosamente) con
l’omonima (ma per puro caso) serie tv (questa molto carina a dire il vero);
Vecchi amici e nuovi amori di Sybil Brinton (amo la Jo March!) libro che ancora
devo leggere, ma che mi ispira tanta fiducia; ho visto un milione di volte
tutti i film, persino quelli più sconosciuti e naturalmente non mi sono persa
una sola puntata dei period drama della BBC (corredati da dvd che custodisco
gelosamente).
Poi ho iniziato e (da poco)
finito la serie di Carrie Bebris, le indagini di Mr. e Mrs. Darcy, affrontate
ripercorrendo i sei romanzi principali della Austen.
Come già scrissi alcuni mesi fa,
sono una persona che a volte acquista per inerzia, quindi dopo aver comprato il
primo libro della serie “Orgoglio e preveggenza”, ho dato fondo ai miei
risparmi per completare tutto il ciclo (in ordine sono: Sospetto e sentimento,
Le ombre di Pemberley, L’enigma di Mansfield Park, Intrigo a Highbury e Inganno
e persuasione).
Bon, che dire?! Sono piuttosto
combattuta; e siccome le classiche liste di “pro e contro” mi sono sempre
piaciute, eccone una fresca fresca per voi:
Pro:
♦ Alcuni tra i sei romanzi li ho trovati carini e
coinvolgenti. Letture piacevoli e molto leggere, che solitamente si fanno per
spezzare un po’ il ritmo serrato causato da romanzi impegnativi o faticosi.
Sono libri rassicuranti, che non necessitano di troppa concentrazione perché
conosci già i personaggi, le ambientazioni e le regole che devono
necessariamente vigere affinché tutto scorra liscio. A questo basta aggiungere
un po’ di mistero, una morte improvvisa o degli strani fenomeni paranormali,
per ottenere qualcosa di abbastanza gradevole;
♦ I personaggi. Ritrovare molti dei protagonisti dei romanzi austeniani è stato ciò che più mi ha conquistato. Tutto è già avvenuto: Elinor è sposata e ha dei figli; Emma e Mr Knightley sono convolati a nozze; Anne e il capitano Wentworth hanno affittato una casa a Lyme. Insomma, penso che chiunque abbia letto i libri della Austen, abbia provato ad immaginare come sarebbe stata la vita dei suoi protagonisti dopo il lieto fine. Possiamo dire che tutti i romanzi della Austen finiscono con il matrimonio; ma come sarà la vita di Katherine Morland, poi? Immaginarlo è un conto, vederlo scritto fa tutto un altro effetto. Anche se magari non è questo il punto focale della narrazione.
Contro:
♦ Alcune volte, ho fatto veramente fatica a
prendere in mano il libro di turno per portare a termine la lettura. Da fan
accanita quale sono, per me, gli errori non sono concessi. In realtà quasi
tutti i punti a sfavore per me sono legati al fatto che non si può giocare con
così tanta leggerezza con delle pietre miliari del passato. Spesso mi sono ritrovata a leggere i
dialoghi, dimenticandomi di essere agli inizi dell’Ottocento. Il linguaggio,
anche se impreziosito da qualche parola ormai desueta - che fa molto stile
aulico - è veramente troppo colloquiale per risultare credibile e in altri casi
risulta un po’ forzato;
♦ La risoluzione del mistero è spesso molto
semplice, anche perché, volenti o nolenti sono i nuovi personaggi ad essere
sotto la lente d’ingrandimento del detective. Vi immaginate la remissiva Fanny
Price, vestita in calzamaglia, mentre pugnala e morte Mary Crawford? (Non
temete, non ho spoilerato nulla!). Insomma sarebbe
davvero poco probabile, anche se l’effetto sorpresa risulterebbe di gran lunga
più apprezzabile;
♦ Infine ammetto che i coniugi Darcy sono
veramente sfigati (giusto per stare in tema con il linguaggio). Ovunque vadano
qualcuno muore, o sparisce, o viene rapito. Insomma, figlioli, fatevi qualche
domanda: non è che siete voi a portare un po’ di sfortuna?
A parte questo, anche se la lista
dei contro vince per un punto, se siete delle/dei fan veramente sfegatati della
Austen, allora questa serie di romanzi non può mancare nella vostra collezione.
È assolutamente naturale che non ci
si debba aspettare di ritrovare la vera essenza di Jane Austen, quella è e
rimane unica e inimitabile, ma in mancanza d’altro godiamoci ciò che il
panorama letterario ci offre, non dimenticando mai che di Jane ce n’è una sola.
E voi che ne pensate di Jane
Austen? Avete letto i libri della Bebris o altri libri legati a lei in qualche
modo? Me ne consigliate qualcuno?